Adriana Zarri, Un eremo non è un guscio di lumaca

Un bel giorno, nel 1975, gli amici di Adriana Zarri ricevettero una sua lettera in cui li informava che si stava ritirando a vivere in un eremo tutto suo, una vecchia casa in cui intendeva dedicarsi alla preghiera e al silenzio. Non ho idea se i suoi più cari amici furono stupiti della sua decisione. Forse lo furono di più i suoi numerosi lettori e spettatori.

La Zarri, giornalista, teologa, scrittrice e soprattutto pensatrice autonoma e rigorosa, era, lo è sempre stata, una donna importante per la cultura italiana, che diede però scandalo, come si suol dire, a molti ben pensanti per le sue opinioni molto nette a proposito della chiesa cattolica.

Diciamo pure che i testi della Zarri, messi insieme alle opinioni di Don Gallo, di cui abbiamo già parlato su Libri e Bit, sono in grado da soli di mettere in crisi e rifondare la fede di un comune cattolico.

Ma Adriana Zarri non era “solo” una teologa, era anche una donna di carattere, indipendente, con le idee chiare, che aveva persino lasciato pronta la sua epigrafe (la Zarri è scomparsa nel novembre del 2010).

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Intervista a Mariapia Veladiano, autrice di La vita accanto

Mariapia Veladiano ha da poco pubblicato con Einaudi La vita accanto, in cui racconta la storia di Rebecca, penalizzata dalla sua bruttezza, e delle persone che le vivono accanto. Con lei abbiamo parlato di amore, scrittura e cecità.

L.& B.: Vorrei partire dal finale, se non ti dispiace. Mi sembra molto misurato. Non siamo di fronte ad una tragedia, ma neanche di fronte ad un finale hollywoodiano. È un finale che si è scritto da solo o su cui ti sei dovuta imporre?
M. V.: Si è presentato. Davvero non c’è mai niente di programmato nella mia scrittura. Mi capita che in qualche modo la storia si muova da sola e si componga alla fine. Ma la conclusione della storia di Rebecca dice qualcosa in cui io credo molto, e cioè che ogni vita è possibile, che il bene e il male non stanno divisi qui sulla terra e che si vive spesso così, abitando una felicità leggera.

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La Società Italiana delle Letterate, per la diffusione del sapere femminile

Bia Sarasini, giornalista, è presidentessa in carica della Sil, Società Italiana delle Letterate. Riporto dal sito della SIL:

fondata nel 1994, è costituita da circa duecento scrittrici, insegnanti, studiose di varie letterature, giornaliste, ricercatrici e operatrici culturali di diverse generazioni e provenienti da varie regioni. Tutte naturalmente sono appassionate di libri e di storie per cui SIL sottintende che l’associazione è composta di lettrici prima ancora che di letterate. La Società produce, diffonde e trasmette i saperi femminili dei quali la letteratura – intesa appunto nel suo doppio senso di pratica di scrittura e di lettura – è strumento privilegiato ma non unico.

Infatti la SIL da voce al sapere e alle abilità femminili in tutti in campi, compreso il teatro, il cinema, la poesia, le produzioni multimediali. Insomma, se siete donne interessate al lavoro di altre donne o se siete autrici, la SIL potrebbe fare per voi, date le sue numerose iniziative.

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