Scuote l’anima mia Eros, il nuovo libro di Eugenio Scalfari

Siamo abituati a leggere i sagaci e filosofici commenti di Eugenio Scalfari. Giornalista sì, ma anche scrittore.   E’ in uscita il suo nuovo libro “Scuote l’anima mia Eros”.

Non fatevi ingannare dal titolo, non si tratta di un libro erotico, sebbene in un certo qual modo siamo sicuri che se lo desiderasse saprebbe ad ogni modo scriverlo, ma l’ennesimo appuntamento con la capacità del giornalista di intrecciare la riflessione filosofica  e letteraria sull’esistenza con il suo privato.

E’ una delle peculiarità di questo scrittore, il modo che ha di farsi capire, sentitamente, anche parlando di filosofia e commentando campi di “azione” che non sono propri della popolazione tutta. Ciò che colpisce di questo libro è già da subito la dedica che Scalfari fa ad Italo Calvino.

Io sono stato, a differenza di lui, un mercuriale che sognava di essere un saturnino.

Una sorta di tracciato malinconico che trova la sua normale espressione proprio nel modo nel quale Scalfari decide di esplorare per l’ennesima volta questa sua maniera di stilare un bilancio, sia intellettuale che sulla vita. A ben vedere la scelta di Eros non appare casuale affatto, con quel suo modo mitologico di unire in un solo colpo la parte razionale ed istintiva dell’esistenza. In due parole l’eterno conflitto che attanaglia ogni anima, ovvero quella di seguire le proprie pulsioni e quella di bloccarle, in qualche modo controllarle.

L’ultima produzione del giornalista riguarda alla fine, tutte quelle domande e situazioni che riguardano l’individuo nella sua complessità e nella sua sofferenza, quella che scaturisce tra la sua anima animale, quella dettata dall’istinto, come già specificato,  e quella puramente umana della ragione. Un “equilibrio precario” che in qualche modo sembra spesso destinato a rompersi.

Lo scrittore affronta tutto secondo la sua visione antropologica e l’amore rivisto da questo punto di vista. Una maniera umana per affrontare tutte quelle problematiche alle quali forse la pure tecnicità, non è sufficiente.