Recensione di “La diciannovesima luna” di Kami Garcia e Margaret Stohl

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Il giusto finale per una saga importante. “La diciannovesima luna” di Kami Garcia e Margaret Stohl non delude. Anzi, forse è addirittura considerabile un gradino più in alto degli altri volumi della “The Caster Chronicle“. Il vero difetto è che segna la fine di una storia della quale, avremmo voluto forse leggere di più.

Personalmente l’ho trovato decisamente interessante ed abbastanza ben scritto, come gli altri volumi della saga. Ma il cambio di prospettiva dato dalla trama, rende l’intera narrazione completa e riesce a a darci più punti di vista contemporaneamente stimolando nel lettore l’attesa. Non saprei dirvi se ho apprezzato più il punto di vista di Lena o quello di Ethan in questo libro. Quel che è certo è che mi è piaciuto dannatamente come siano stati caratterizzati dei personaggi tenuti “da parte” per i precedenti capitoli della saga. In particolare è stato bello vedere l’interazione de “I grandi” tra di loro e con i protagonisti, scoprire qualcosa di più della mamma di Ethan e se proprio devo dirvela tutta ho apprezzato in maniera incredibile il modo in cui Abraham finalmente abbia avuto quel che si meritava. Scusatemi questo piccolo “mezzo” spoiler. Non vi dirò altro, ma sono sicura che vi piacerà da morire l’evolversi della storia in quel senso.

Per ciò che concerne lo stile, come per i precedenti volumi è assolutamente perfetto. Scorrevole come sempre, ed interessante nelle scelte dei vocaboli.  In assoluto un libro da consigliare, e non solo perché finalmente chiusura di una saga che merita. Devo però sottolineare dire di essere stata fortunata nell’essermi approcciata alla saga in un momento nel quale ho potuto leggere i vari volumi di seguito senza pause, altrimenti il finale del terzo libro, “La diciottesima Luna”  mi avrebbe potenzialmente devastato.

Kami Garcia e Margaret Stohl potranno talvolta essere contaminate da alcuni scrittori fantasy (non vi dirò quali, voglio che li scopriate da soli, N.d.R.) ma sono senza ombra di dubbio delle scrittrici di talento.

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