Doctor Sleep di Stephen King, recensione

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Ho aspettato un po’ ma alla fine non ho resistito: ho fatto in modo di appropriarmi di una copia in inglese di “Doctor Sleep“. Il mio amore per Stephen King è conclamato e come sapete, di rado riesco ad aspettare l’edizione italiana (a meno che non sia contestuale a quella in lingua anglosassone, N.d.R.). Beh, in questo caso l’attesa ha aumentato il piacere.

Prima di iniziare a leggero pensavo onestamente di rimanere delusa dal sequel di “Shining“. Non che non avessi fiducia in Stephen King, ma avevo più di un dubbio, proprio a causa delle alte aspettative.  Ed invece “Doctor Sleep” non delude. Anzi. Per assurdo può essere addirittura considerato un libro dalle innumerevoli facce. Voglio utilizzare questo termine perchè sono tre gli aggettivi che mi vengono in mente quando ci penso: pauroso, teso e tenero. Soprattutto l’ultimo probabilmente non lo avreste mai immaginato nell’intera equazione. Eppure attraverso le pagine di questo teso e spaventoso libro, sulla superficie è possibile vedere la tenerezza di un approccio davvero particolare da parte dello scrittore. E non solo perchè dopo in pratica 34 anni Stephen King ci regala un pezzo di mondo che non pensavamo di anelare fino di avere la possibilità di leggere le oltre 500 pagine di questo romanzo, ma anche perchè attraverso lo stesso ci sembra di aver avuto la possibilità di entrare in contatto con l’animo dello scrittore, decisamente cambiato negli anni.

Non dobbiamo dimenticare che nel periodo di scrittura della prima avventura di Danny Torrance, Stephen King era nel periodo peggiore delle sue dipendenze, specialmente quella relativa agli alcolici. Doctor Sleep sembra quasi rappresentare una sorta di riscatto. E questo è un sentimento che si affaccia diverse volte dal libro per fare capolino dalla narrazione. Possiamo consigliarvi di prenderlo immediatamente quando uscirà qui in Italia? E se ne avete la possibilità a livello linguistico, non temete di leggerlo in lingua originale. Sarà addirittura migliore.

 

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