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Baba Jaga ha fatto l’uovo di Dubravka Ugresic

baba jaga ugresic nottetempoHo deciso di leggere Baba Jaga ha fatto l’uovo di Dubravka Ugresic perché da bambina avevo un gran volumone verde, pieno di bellissime favole russe, in cui la Baba Jaga, la vecchina a volte cattiva a volte illuminante, aveva molta importanza nel determinare il destino dei protagonisti.

Mentre leggevo il libro della Ugresic, non potevo fare a meno di pensare che la Baba Jaga, nel bene e nel male, non è altro che l’archetipo della figura materna, che può darci delle giuste indicazioni per crescere e diventare autonome o mandarci per tutt’altra strada. Si tratta, naturalmente, di un’interpretazione tutta mia e decisamente molto limitata.

La storia di questo interessantissimo libro è infatti molto più complessa e si snoda in tre parti. Nella prima, una scrittrice, alle prese con una madre malata e comunque problematica, parte per Varna, per portarle fotografie dei luoghi più cari. In viaggio, però, non è da sola. Nei primi giorni, dovrà fare i conti con, una giovane donna, che lei trova molto saccente e che nutre, ricambiata, molta stima per la mamma.

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Presentazione del romanzo “Il tempo delle donne”

E’ uscito finalmente anche in Italia uno dei romanzi che più ha appassionato i lettori russi tanto da aggiudicarsi nel 2009 il Russian Booker Prize, il più importante premio letterario russo che ogni anno si preoccupa di premiare le voci più interessanti della letteratura postsovietica. Il tempo delle donne ci porta a Leningrado nei primi anni Sessanta dove ancora aleggiava nelle case e nelle piazze la presenza di Stalin, un’atmosfera di terrore, paura e incertezza. Tra tutti i russi, la scrittrice racconta la storia di Antonina, giovane operaia che da poco ha scelto di trasferirsi in città per lavorare in una fabbrica e che presto dovrà badare anche a un piccolo uomo che sta crescendo nel suo grembo. Anotnina si ritrova infatti incinta di un uomo con cui la donna ha solo trascorso una notte e che la abbandona poiché non dimostra alcuna intenzione di volersi prendere cura del piccolo. L’unico che si interessa alla difficile situazione della donna è lo Stato che le assegnerà un alloggio in coabitazione dove già vivono tre anziane donne che si prenderanno cura di lei aiutandola a partorire. 

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Valery Larbaud Fermina Márquez

Fermina Márquez di Valery Larbaud

Valery Larbaud Fermina MárquezFermina Márquez è un piccolo e piacevole libro, edito da Neri Pozza, da leggere sotto l’ombrellone o sotto un albero mentre ci godiamo i primi pic nic sotto il tiepido sole della primavera.

Racconta la storia di un gruppo di allievi del collegio Saint-Augustin, nei pressi di Parigi, la cui vita viene turbata dalla presenza nel collegio, per qualche tempo, di una ragazza, Fermina Márquez appunto.

Fermina segnerà, rappresenterà, per molti di loro il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Tutto ciò che prima sembrava importante, le classiche guerriglie maschili, assumono all’improvviso un significato diverso.

Un curioso particolare del romanzo è che gli allievi sono in minima parte francesi. Appartengono infatti per lo più a ricche famiglie ispano americane e da queste hanno ereditato tutto il carattere orgoglioso e passionale.

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Mappe dei romanzi: Orgoglio e Pregiudizio

Cari lettori, come avrete già avuto modo di notare, LibrieBit si sta occupando da un paio di settimane di aprirvi le porte delle case degli scrittori più famosi e di rendervi conto dei viaggi letterari che vengono organizzati in tutto il mondo, una rubrica interessante e perfetta per i lettori più curiosi. Grazie a questa rubrica, e a una serie di ricerche che con il tempo ci hanno portato verso nuovi “lidi letterari”, abbiamo pensato di offrirvi una seconda faccia dei romanzi classici e di avventura, quella delle mappe letterarie, ossia vere e proprie rappresentazioni cartografiche del romanzo in questione che vengono tracciate da esperti e che hanno lo scopo di guidare i lettori verso i luoghi che hanno ospitato le scene topiche del libro.

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Classici russi: meno difficili del previsto

http://www.youtube.com/watch?v=ZXsbl_FMTpQ

Parlavo ieri di Anna Karenina con mio marito. In casa siamo molto rispettosi dei luoghi comuni sulla lettura, perciò io leggo per lo più romanzi e lui saggi. L’unico romanzo cui ha mostrato qualche interesse è I fratelli Karamàzov di Fëdor Michajlovič Dostoevskij.

Non è un caso. Dostoevskij viene citato in molti volumi di filosofia per le complesse questioni affrontate nei suoi romanzi e per il famoso capitolo de I fratelli Karamàzov intitolato Il grande inquisitore. Qui l’autore immagina un Cristo che, tornato sulla terra, viene nuovamente imprigionato e condannato a morte, perché il suo messaggio rende gli uomini liberi e quindi non gestibili da un potere autoritario.

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unicorno corno oro

L’unicorno dal corno d’oro di Nahas e Landmann

unicorno corno oro

L’unicorno dal corno d’oro è un libro illustrato per bambini dai 4 anni in su. Mia figlia lo ha letto la prima volta nella biblioteca della sua scuola materna e se ne è innamorata, al punto tale che ho deciso di comprarglielo.

In realtà anche noi ci siamo innamorati del volume e, più che della storia, comunque significativa, delle splendide illustrazioni di Bimba Landmann.

La Venezia che ci scorre sotto gli occhi è una Venezia magica, dorata, luminescente. Una Venezia in cui non ci stupiremmo di vedere un unicorno correre tra le strette e tortuose calli.

Le immagini riescono a rendere visibile, in qualche modo, la sensazione che si prova arrivando a Venezia per la prima volta.

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seppellitemi dietro battiscopa sanaev

Seppellitemi dietro il battiscopa di Pavel Sanaev

seppellitemi dietro battiscopa sanaevQuando ho cominciato a leggere Seppellitemi dietro il battiscopa di Pavel Sanaev, ho riso tanto e ne ho amato subito lo stile asciutto e la prosa incisiva. Sanaev è stato in grado di farmi vedere ogni singolo personaggio, di farlo vivere, di farmi sentire quasi la sua voce dentro casa, anche quando riponevo il libro.

Il problema, in effetti, è proprio questo: ad un certo punto cominciate a capire che non si tratta affatto di un libro divertente, ma siete ormai catturati e volete, dovete sapere come andrà a finire questa storia. La storia di un bambino, Saša, che, pur avendo una madre, si ritrova a vivere con una nonna con seri disturbi mentali (ma lo capiremo solo più avanti).

La nonna lo chiama raramente per nome, più spesso lo appella con epiteti pesanti e violenti, solitamente lo chiama carogna. Gli prospetta una morte certa e lo lega a sé in un crescendo di messaggi contraddittori della serie ti voglio morto/solo io posso salvarti la vita.

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biancaneve mayalen goust gallucci

Biancaneve illustrata da Mayalen Goust

biancaneve mayalen goust gallucci

Chi conosce la storia di Biancaneve, quella originale dei fratelli Grimm intendo, non il cartone della Disney? Perché è questa la storia splendidamente illustrata da Mayalen Goust nel volume omonimo, edito da Gallucci.

La Goust, classe 1976, riesce in una non facile impresa ovvero incuriosire i lettori anche se la storia è conosciutissima. Le tavole illustrate si ispirano ad una certa pittura orientale, ma non la scimmiottano. Il colore rosso sottolinea i passaggi e i personaggi del racconto. I buffi cappelli dei nani restano davvero impressi nella memoria, come il terribile e poi buon cacciatore di cui non vediamo il viso.

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kim thuy

Riva di Kim Thúy vince il premio Mondello per la Multiculturalità

kim thuyE’ difficile parlare di un libro che ti ha lasciato senza parole. Riva, opera prima di Kim Thúy, edita da nottetempo nel 2010, è un romanzo d’esordio solo narrativamente parlando. In realtà è un’opera lucida e matura, che sarebbe riduttivo definire biografica.

La scrittura della Thúy è limata e tagliente. Dolorosa, ma senza indugiare in dettagli truci o solleticare il sempre più evidente voyerismo di certi lettori. La storia della sua vita, della fuga dal Vietnam, dell’approdo in Canada, i ricordi, gli odori, le immagini che ha portato con sé ci scorrono sotto gli occhi in un misto di dolore, delicatezza e lucidità.

Non mi stupisce che quest’opera abbia vinto il premio Mondello per la Multiculturalità, già consegnato a personaggi del calibro di Milan Kundera, Doris Lessing, Jose Saramago, Gunther Grass, dopo aver già vinto il canadese “Prix littéraire du governeur général” e il francese “Grand Prix Rtl/Lire”.

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The Dome, di Stephen King: recensione

The Dome è uno dei romanzi più recenti di Stephen King, anche se caratterizzato da una storia davvero particolare. King ha infatti  iniziato a lavorare a questo libro nel 1976. La prima versione, di appena 70 pagine andò perduta  e lo scrittore decise di accantonare il progetto, ripreso solo qualche anno più tardi con risultati che non soddisfarono per niente l’artista, che preso dalla rabbia ne scagliò le pagine contro un muro.

Lo scrittore, grazie ad un recupero straordinario da parte della moglie Tabitha, (come storia vuole avvenne anche con Carrie, n.d.r) ritornò sulla storia in questo primo decennio del ventunesimo secolo, con i risultati che tutti conosciamo.

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