L’apprendista libraio, recensione

Stefano Amato - L'apprendista libraioL’apprendista libraio ovvero Stefano Amato ovvero il libraio che raccoglie spassosissimi aneddoti sui suoi clienti e li riporta nel blog da cui il libro prende il titolo.

Troppo contorta? Ricominciamo. L’apprendista libraio racconta la storia di Santo, che ha passato i trent’anni, vive ancora con i suoi, si trascina stancamente tra relazioni con donne bellissime (di cui ammira la pelle tesa), un lavoro come insegnante in una scuola privata, un secondo lavoro come commesso part time, dodici ore a settimana, in una libreria.

Al contrario del libraio che conosciamo per i suoi esilaranti aneddoti, il protagonista del romanzo è una specie di piccolo Lebowski siciliano, piuttosto irritante nel suo starsene stancamente in mezzo alla vita senza mai prenderla in mano.

E’ talmente amorfo che persino il suo corpo se ne accorge e per un po’ Santo diventa impotente. Solo per un po’, perché alla fine la sua vita gli calza a pennello, talmente tanto che in questa storia non ci sono incontri eclatanti, svolte holliwoodiane, improvvisi insight che trasformano lo sciatto trentenne in un eroe dei nostri tempi.

Il lettore, però, spera, spera davvero, ci spera moltissimo in questo, io ho sperato, e andavo avanti pensando “bastaa, questa storia mi ha stufato”, ma ho continuato a leggere il romanzo e l’ho letto tutto in una volta.

Non so, non credo che l’apprendista libraio volesse proprio darci una lezione di vita, ma a me è rimasto fisso in mente il pensiero che forse per molti di noi è così, ci lasciamo trasportare e qualche volta va bene e qualche volta va male.

Non so chi disse La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati in altri progetti. Forse John Lennon. Ecco, Santo, il non eroe di questo romanzo ben scritto, pensa e progetta e nel frattempo la vita gli accade. E noi gli andiamo dietro.

La vecchia si avvicinò al bancone e restò lì a fissarmi senza dire niente.
«’Giorno» dissi senza sollevare la faccia dalla mano.
Lei continuò a fissarmi per un pezzo. Poi finalmente si decise a parlare.
«Non chiedo chissà che, ma almeno un sorriso me lo potrebbe anche fare.» Aveva un accento tipo Bergamo, forse. Non li distinguevo un granché gli accenti del nord.
Sollevai la faccia dalla mano. Faceva caldo. Ero stanco e depresso.
«Come, scusi?»
«Io non capisco» continuò la strega. «È questa l’accoglienza che si merita un cliente?»
«Di cosa sta parlando?»
«Mia moglie ha ragione» s’intromise il marito.
«Una chiede di essere servita come si deve, non… così.» L’arpia m’indicò. Ero ancora spalmato sul bancone come uno dei miei alunni quando dormivano in classe.

Autore: Stefano Amato
Titolo: L’apprendista libraio
Editore: autopubblicato
Anno: 2012
Pagine: 140
Prezzo: € 2,99 (in vendita sul blog apprendistalibraio)

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