Dimmi di te di Chiara Gamberale, recensione

Dimmi di te, di Chiara Gamberale è un libro non facile da gestire per chiunque, ma decisamente utile per chi decide di leggerlo. E la ragione sta nel fatto che ci porta a pensare fuori dagli schemi.

Ragionare attraverso Dimmi di te

Quando sosteniamo questo vogliamo dire che ci porta a ragionare attraverso il racconto che fa del suo personaggio. Senza troppi giri di parole ma con la semplice esperienza. Dimmi di te di Chiara Gamberale è una sorta di romanzo di formazione, ci piace definirlo così, che ci mette davanti alla realtà dei fatti in modo irruento e delicato insieme.

Nel romanzo Chiara, la protagonista, si trova in un momento della propria vita dove tutto sembra perdere senso. A prevalere sono la stanchezza, l’apatia, la mancanza di risposte. Siamo sinceri: è un sentimento e un modo di essere che qualsiasi persona nata tra gli anni ’80 e ’90 può ammettere di avere provato.

Senza vergogna. È la generazione che si è trovata a cavallo tra due secoli. Quella che è passata dall’analogico al digitale. E che in qualche modo ha sentito maggiormente proprio questo senso di spaesamento. Diventato poi tipico anche delle generazioni a seguire che spesso non riescono a trovare risposta al proprio malessere.

Chiara Gamberale ci aiuta ad analizzare noi stessi

Tutto questo preambolo per introdurre l’idea del personaggio, nata grazie al contatto casuale con un suo ex compagno di scuola. Quella di contattare le persone che ammirava, invidiava e molto altro ai tempi del liceo per capire se fossero stati in grado di seguire i loro sogni.

Quello scelto da Chiara Gamberale in Dimmi di te può sembrare un espediente scontato, ma non lo è affatto. Quanti di noi sono stati in grado di fare tale ragionamento nella vita reale? Pochi. E quindi vedere nero su bianco quello che il personaggio di Chiara fa diventa catartico per il lettore, che si trova a vivere con semplicità ma altrettanta profondità una lezione di vita davvero importante.

Sei riuscito a crescere, senza rinunciare a chi sei?” È questa la domanda che del romanzo alla fine racchiude tutto. Perché si sa che è più facile analizzare gli altri che la propria vita. E alla fine Chiara arriverà a trovare quella risposta che palesemente evita di darsi per tutto il romanzo.

Ed è la stessa coscienza che il lettore ha leggendo Dimmi chi sei. Siamo stati giusti con noi stessi concedendoci di non rinunciare ai nostri sogni pur vivendo la realtà? Senza dubbio parliamo di un romanzo consigliabile. E, senza bisogno che venga ribadito, ben scritto.

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